Trattamento

Il trattamento di elezione dei STM potenzialmente resecabili è l’intervento chirurgico, il cui obiettivo principale è l’escissione en bloc del tumore con adeguati margini (1-2 cm) attraverso procedure chirurgiche conservative. La radioterapia e la chemioterapia rappresentano terapie complementari e si possono inserire prima o dopo la chirurgia stessa, a seconda delle dimensioni iniziali del tumore stesso, della fattibilità di un intervento radicale in termini oncologici e conservativo, dell’adeguatezza dei margini chirurgici e del grado istologico.

La radioterapia, sia pre-operatoria che post-operatoria, fornisce un controllo locale della malattia nell’80-85% dei casi. La radioterapia pre-operatoria, siccome può interferire negativamente sui processi di cicatrizzazione, trova indicazione nei sarcomi al limite della resecabilità per i quali può favorire la radicalità dell’intervento chirurgico. Analogamente la chemioterapia primaria è indicata  in caso di voluminosi sarcomi al fine di garantire un maggior numero di procedure chirurgiche non demolitive.

Il ruolo della chemioterapia post-operatoria ad intento preventivo sulle recidive future è ancora oggi controverso e non ancora completamente definito. In genere, la sua indicazione tiene conto di diversi fattori di rischio (la sede profonda, le dimensioni e il grado istologico) e deve essere discussa con il paziente.

Per quanto riguarda la malattia metastatica, il trattamento è di tipo medico in caso di metastasi viscerali, epatiche ed ossee, mentre in caso di metastasi polmonari possono essere presi in considerazione anche trattamenti loco-regionali come la chirurgia o la radioterapia stereotassica.
I farmaci più comunemente utilizzati, sia in monoterapia che in regimi di combinazione, sono le antracicline, l’ifosfamide, la gemcitabina e il taxotere, oppure la trabectedina, un farmaco di nuova generazione attualmente però indicato solo in seconda linea oppure in prima linea in pazienti che non siano in grado di ricevere un trattamento a base di antracicline. Inoltre esistono alcuni istotipi che possono giovare di un trattamento a base di farmaci biologici come il sunitinib, sorafenib, cediranib, crizotinib, e gli inibitori di mTOR.
Recentemente è stato approvato in II linea anche il pazopanib, un inibitore tirosin-chinasico,  come ulteriore opzione terapeutica per i sarcomi metastatici non a derivazione adipocitica dopo fallimento di un precedente trattamento chemioterapico.

La chemiosensibilità è determinata dall’istotipo tumorale, pertanto sempre più, la scelta del tipo di trattamento medico ricade sulla varietà istologica.